Esistono nuovi sistemi urbanistici oltre ai tetti, assi e spazi che integrano infrastrutture per produzione, trasporto e accumulo dell’energia solare in città. Quali sono vantaggi, limiti e raccomandazioni anche per quanto riguarda l’agrivoltaico periurbano?

Partendo dal nuovo concetto di “energia di prossimità”, consumare energia vicino a dove si produce o produrla vicino a dove si consuma, andremo a utilizzare sempre di più l’energia solare fotovoltaica. Ma bastano i tetti a disposizione? Quale area urbana sarà più adatta per i nuovi impianti FV? E quali caratteristiche dovrebbero avere per inserirsi nel territorio?

Alcune soluzioni sono emerse durante il recente convegno “Agrivoltaico e città” organizzato dall’associazione Clust-ER Greentech.

Sono tre le risposte individuate: le cosiddette “Infrastrutture arancioni”, l’Agrivoltaico periurbano e l’Energy Park.

Si tratta di nuovi assi (Infrastrutture arancioni) e spazi (Agrivoltaico periurbano ed Energypark) pensati per introdurre in città nuovi impianti per la produzione, il trasporto e lo stoccaggio di energia. Perché queste componenti siano ben inserite nell’ambiente urbano, dovrebbero essere anche fruibili dalla comunità, e attrezzate con parchi, orti urbani e spazi di relazione.

L’Energy park, ad esempio, è un progetto energetico e sociale: una infrastruttura verde, posta alle aree di frangia delle città, composta da tre unità funzionali: un bosco con un parco urbano per le attività ricreative dei cittadini; una parte dedicata ad agrivoltaico e agricoltura di precisione e un’altra area per la raccolta dell’acqua piovana. L’energia rinnovabile prodotta dall’impianto può essere utilizzata per ricaricare le auto elettriche, parcheggiate all’interno all’Energy Park, oppure per produrre idrogeno per il trasporto pubblico.

Il modello è flessibile e può essere messo in pratica anche in presenza di vincoli del territorio, come coltivazioni agricole preesistenti, strade e costruzioni. Questo  un concept può interessare sia città, che aziende.

Il Gruppo Hera è impegnato in un Energy park che occuperà circa 70 ettari e 30 MW di agrivoltaico. Al momento è in fase progettuale ed è stato richiesto a Terna l’allaccio alla rete di alta tensione, per poi passare alla fase autorizzativa. Sembra peraltro che siano diversi i comuni interessati a questo modello. Il parco non sarà solo di Hera ma anche dei cittadini, si sta infatti pensando a un modello che permetta ai privati di comprare un pannello FV nel parco e di scontare l’energia prodotta da quel pannello dalla propria bolletta. Anche le imprese potranno acquisire quote dell’Energy park per approvvigionarsi di elettricità solare a prezzi più bassi di quelli del mercato.