La Giunta della Regione Emilia-Romagna  definisce i criteri per la localizzazione degli impianti fotovoltaici. Il fine dichiarato è orientare gli investitori e tutelare i suoli agricoli, il paesaggio e l’ambiente. Ora la delibera passa all’esame dell’Assemblea legislativa.

Rinnovabile, con zero emissioni e molto risparmio, sia energetico, che economico, la Regione Emilia-Romagna punta sempre più sul fotovoltaico e la Giunta propone al vaglio dell’Assemblea legislativa un atto specifico sul tema. Obiettivo: l’aggiornamento dei criteri che orientano i soggetti, pubblici e privati, nella corretta localizzazione degli impianti, tutelando al tempo stesso i terreni coltivati, il paesaggio e l’ambiente circostante.

Tutto questo alla luce della più recente legislazione statale che, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo più ampio e rapido di questi sistemi di produzione energetica, ha ampliato  le aree idonee, creando tuttavia dubbi interpretativi a causa della  stratificazione normativa . Da qui la necessità di un intervento chiarificatore e di indirizzo della Regione, richiesto dagli stessi operatori.

L’obiettivo è armonizzare i criteri per la localizzazione degli impianti fotovoltaici, definiti dalla normativa statale, con le caratteristiche dei luoghi e, in particolare, con le tutele ambientali, paesaggistiche e delle coltivazioni certificate da salvaguardare. Resta ferma l’esigenza di promuovere un maggior sviluppo di questi impianti nel territorio dell’Emilia-Romagna con loscopo di contenerele emissioni e  ridurre il fabbisogno energetico, per consentire una reale transizione ecologica dell’intero sistema produttivo.

Aumentare il fotovoltaico consentirà inoltre  la riduzione dell’impatto dei costi dell’energia su imprese e lavoratori. In sintesi, quindi l’obiettivo regionale è  dare impulso allo sviluppo degli impianti ma mantenereferma la tutela di agricoltura e paesaggio.

Il testo della Giunta stabilisce che, laddove le aree siano interessate da coltivazioni certificate, siano ammessi esclusivamente impianti agrivoltaici, mentre in cave dismesse o recuperate possano essere installati impianti fotovoltaici purchè siano salvaguardati corridoi ecologici eventualmente interferenti.

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